L'ULTIMO DEI GASOMETRI . Nessuno lo vuole e per chi ha voglia di leggere......
La struttura sorge nell'area anticamente conosciuta come valle del Broletto, appartenuta alla nobile famiglia Giuliani, e dal 1869 di proprietà di Giuseppe Millanich. L'area estesa tra S. Andrea e Chiarbola inferiore è interessata da uno sviluppo urbanistico di tipo industriale a partire dalla prima metà dell'Ottocento; la zona risulta vantaggiosa per l'insediamento di strutture cantieristiche ed industrie in particolare per l'apertura su un braccio di mare tranquillo e per l'assenza di costruzioni preesistenti. A questa fase risale l'apertura di strutture importanti per l'economia della città come lo Stabilimento navale Adriatico, lo Stabilimento Tecnico Triestino e l'Arsenale del Lloyd. Sul finire dell'Ottocento in seguito all'aumento di consumo di gas sia pubblico sia privato emerge l'esigenza di ampliare le strutture già esistenti, impiegate in tale produzione. La prima Usina Comunale del Gas viene acquistata nel 1864 dal Comune che assume il servizio da una Società francese attiva dal 1846; la costruzione viene realizzata nel 1864 dall'ingegnere Kühnel su di un fondo di circa 20.000 metri quadri, ampliato di altri 25.000 metri quadri nel 1877. L'aumento di domanda di gas induce l'amministrazione comunale a programmare la costruzione in località Broletto di un primo gasometro a tenuta idraulica della capacità di 8.000 metri cubi. Con l'espansione della città sul finire del secolo di decide l'apertura di una nuova e più grande struttura; nella medesima località nel 1901 viene edificato un altro gasometro sempre a tenuta idraulica ma con una maggiore capacità. L' edificio viene realizzato su disegno dell'ingegnere civile Francesco Buonaffi su indirizzo dell'Azienda Comunale Elettricità Gas Acqua di Trieste, con una spesa approssimativa di 560.000 corone dell'epoca. La struttura è dotata di una cupola costruita secondo il sistema Schwedler risalente al 1866, già impiegato per i gasometri berlinesi. Nella relazione dell'ingegnere Peressini contenuta all'interno del "Preventivo per opere da eseguirsi nell'anno 1901" dell'Officina comunale del gas, compare il riferimento all'utilizzo di luci con capacità fino a 60 metri. Con gli altri gasometri esistenti raggiunge la capacità di 40.000 metri cubi. Sopravvive ai bombardamenti del 1916, rimanendo tuttavia inattivo per tutta la durata della Seconda Guerra Mondiale. Dopo un periodo di ripresa dal 1947, la struttura viene chiusa per consentire una ristrutturazione generale tra il 1950 ed il 1952 ad opera dei Cantieri Riuniti dell'Adriatico. Rispetto alle altre strutture con la medesima funzione, il gasometro in esame non viene demolito ma salvaguardato e protetto come bene di interesse culturale. Allo stato attuale la struttura è oggetto di diverse ipotesi di riutilizzo, indirizzate in generale verso destinazioni culturali e museali, tra cui la possibilità di creare un planetario con museo dell'astronomia, un cinema tridimensionale, una sede per attività musicali o centro per l'arte contemporanea.
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